Un rapporto simbiotico con l'arte che nasce tra le navate della chiesa di Sant'Agostino.
Nella piazza intitolata a Sant'Agostino dove si innalza austera l'omonima chiesa affiancata dal convento, trova origine la passione che poi diventerà professione di Daniele Rossi, restauratore sangimignanese noto in tutto il globo. Viveva di fianco alla piazza e frequentava l'oratorio, apprezzando di giorno e sognando di notte le opere d'arte che trovava dentro la chiesa; fin da bambino ha coltivato così il suo amore per l'arte e per San Gimignano.
I capolavori che prima poteva solo ammirare, dopo sarebbero diventati oggetto del suo lavoro; opere con le quali instaurare un rapporto diretto e simbiotico, toccandole con le mani e donandogli nuova vita.
Il primo approccio con l'immagine si sviluppò proprio dentro la chiesa di Sant'Agostino, forgiando la carriera di Daniele e risvegliando emozioni legate all'infanzia al varcare la soglia della chiesa tutt'oggi.
Ha restaurato le opere dei grandi maestri del rinascimento e non solo, come il Pontormo, il Rosso Fiorentino, il Pollaiolo, lavorando anche per collezionisti e antiquari noti in tutto il mondo, in Italia, Francia, Inghilterra e America. Ma il suo punto di partenza è anche il punto di ritorno. Dopo la formazione a Roma rientrò a San Gimignano, collaborando con i maggiori poli museali legati all’arte antica, come il Palazzo Comunale e la Collegiata di Santa Maria Assunta, e trovando nella Città delle Torri un rifugio personale, un porto sicuro di pace e serenità: "per fortuna riesco a entrare in questi luoghi e a subire ancora il fascino delle opere su cui ho messo le mani, ma anche a ritrovare una tranquillità interiore".
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