Senza dubbio fra i monumenti più significativi della città spicca la Collegiata di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Duomo di San Gimignano, che da secoli costituisce una irrinunciabile meta di ristoro spirituale e arricchimento culturale. Uno spazio a pianta basilicale, scandito da quattordici colonne tuscaniche in pietra e interamente coperto da affreschi. La meraviglia si dispiega nelle pareti laterali affrescate nel XIV secolo con il ciclo di affreschi del Nuovo Testamento, capolavoro dei senesi Lippo e Tederigo Memmi, e le Storie del Vecchio Testamento realizzate da Bartolo di Fredi. All’interno, brilla di luce propria la Cappella di Santa Fina. Questo piccolo gioiello del Rinascimento racchiude la maestria dello scultore Benedetto da Maiano, del pittore Domenico Ghirlandaio e dell’architetto Giuliano da Maiano: tre celebri artisti fiorentini. La parete di fondo ospita il Martirio di San Sebastiano di Benozzo Gozzoli e il Giudizio finale, su opera di Taddeo di Bartolo, cui si deve anche la raffigurazione del Paradiso e la pregevole interpretazione dell’Inferno.
Curiose somiglianze affiorano nel ciclo affrescato per mano del pittore fiorentino Cenni di Francesco di ser Cenni intorno al 1413, nella chiesa romanica di San Lorenzo in Ponte. Nel piccolo ambiente si possono infatti ammirare rappresentazioni ultraterrene di rimando dantesco del Purgatorio, dell’Inferno e del Paradiso. Al pittore fiorentino si deve inoltre il rifacimento della Madonna in Gloria sulla parete destra del loggiato, il cui volto è attribuito al giovane Simone Martini.
Trova poi giusta collocazione, nell’antica Sala del Consiglio di San Gimignano, una testimonianza riferita chiaramente all’inconfondibile maestro della scuola senese del Trecento: la Maestà (1317) di Lippo Memmi, copia del celebre affresco di Simone Martini nel Palazzo Pubblico di Siena. Detta anche Sala Dante, il 7 maggio 1300 accolse il sommo poeta che, in qualità di ambasciatore fiorentino giungeva per perorare l’adesione del comune di San Gimignano alla Lega dei comuni guelfi della Toscana. Lo splendore della sala si manifestò già allora con i colori vivi del ciclo cavalleresco attribuito al pittore Azzo di Masetto, realizzato pochi anni prima nel 1289.
Il patrimonio dell’incantevole paesaggio toscano è ancora più suggestivo se ammirato dall’alto della Torre Grossa. L’ultima ad essere costruita per forte desiderio del comune di disporre di un vero e proprio simbolo di potere. Inaugurata nel 1311, nonostante le torri avessero già iniziato ad essere sostituite con più pratiche abitazioni, fu la più alta della città raggiungendo la rispettabile altezza di 54 metri.
Nel secondo piano della Torre Grossa è ricavata la camera del Podestà, dove storie profane, ad opera del senese Memmo di Filippuccio, dal XIV secolo mettevano in guardia il governatore dalle corruzioni e seduzioni, rappresentate principalmente dalla figura femminile. Di fronte alla camera, il salone della pinacoteca, che in origine doveva essere affrescato con decorazioni a onde rosse e gialle a richiamare i colori del comune. La raccolta conserva dipinti su tavola provenienti da enti religiosi del terriotorio ormai soppressi. Vi trovano così dimora testimonianze di artisti senesi e fiorentini dal XIII al XV secolo, comprendendo maestri quali Coppo di Marcovaldo, Rinaldo da Siena, Filippino Lippi, Benozzo Gozzoli, Benedetto da Maiano e il Pinturicchio. Con il dovuto tempo se ne possono apprezzare tutti i capolavori e soddisfare curiosità sui due santi patroni della città, seguendo la narrazione della tavola di Taddeo di Bartolo San Gimignano e otto storie della sua vita e del polittico di Lorenzo di Niccolò di Martino San Gregorio, santa Fina e storie della sua vita. Il modellino della città di San Gimignano è custodito tra le mani dei patroni, impegnati a proteggere eternamente un tesoro dal valore inestimabile.
La pittura e la scultura moderna e contemporanea sono ormai parte integrante di San Gimignano, fonte inesauribile di ispirazione artistica. La Galleria di Arte Moderna e Contemporanea è intitolata al pittore milanese Raffaele De Grada che scelse il paesaggio toscano come luogo di elezione della propria arte. La collezione permanente comprende testimonianze di pittori del Novecento tra i quali: Niccolò Cannicci, Renato Guttuso, Raffaele De Grada, Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Sergio Vacchi, Giannetto Fieschi, Marco Gastini.
Si prosegue nel centro storico dove l’incontro tra l’arte contemporanea e un contesto segnato dalla presenza dell’arte medievale e rinascimentale ha favorito un percorso contemporaneo alternativo alla stanza espositiva. Il progetto Affinità, dal 1994, ha lasciato nel centro storico cinque opere site-specific. Passeggiando, gli artisti Nunzio e Jannis Kounellis individuarono per le loro rispettive Senza Titolo vicoli trasversali e spazi intimi, mentre Giulio Paolini e Luciano Fabro preferirono gli spazi ampi della Piazza Sant’Agostino e il cortile del Palazzo comunale per le loro Meridiana e Italia all’asta. Infine Eliseo Mattiacci ammise di aver avuto la sensazione che quell’antico tratto di mura interrotte della Rocca di Montestaffoli fosse in attesa di accogliere Equilibrio compromesso, un intervento artistico contemporaneo.
Di questa esperienza condotta in luoghi storici dove l’arte conteporanea riscatta il suo valore, ha fatto tesoro il progetto Arte all’Arte, promosso dall’Assocazione Arte Continua. Chi non ha potuto visitare il centro storico nelle edizioni dal 1996 al 2005, può comunque ammirare le opere rimaste in forma permanente. Procedendo verso la Piazza Sant’Agostino si manifestano La sedia davanti alla porta di Joseph Kosuth, Senza titolo di Jannis Kounellis, Underground di Anish Kappor. Infine appare Il riposo del Tempo di Luisa Rabbia, suggerito all’artista dalla potenza evocativa delle antiche Fonti Medievali.
Numerosi sono i contributi di artisti sangimignanesi come L’albero delle cannelle, il Monumento ai Martiri di Montemaggio, la formella Olmo dello scultore Maurizio Masini, Viaggiatore di Pace del ceramista Franco Balducci e le quattro formelle sulla facciata del palazzo del Podestà ,realizzate in collaborazione con Silvia Beghè, la cui opera Lungo il percorso del tempo nuovamente dialoga con Incontro di Balducci.
Non mancano le numerose gallerie private che aprono San Gimignano alla visione internazionale delle avanguardie artistiche, come la nota Galleria Continua. All’impegno di quest’ultima si devono le installazioni Il cielo stellato sopra di me di Letizia Cariello, Sole e acqua di Nic Jonk, Jellow Girl di Kiki Smith.
L’invito è ad entrare in contatto con le opere, tramite il loro sistema estetico e l’ambiente che le accoglie, e vivere con esse un confronto diretto per un tempo dalla durata indefinita.
San Gimignano, con le sue torri medievali e l'atmosfera intrisa di storia, offre ai visitatori un'esperienza unica e indimenticabile. Tra le tante meraviglie di questa perla storica, una passeggiata sulle sue mura secolari rappresenta un viaggio attraverso il tempo. Passo dopo passo, scorcio dopo scorcio, scoprendo panorami sublimi, testimonianze storiche di particolare pregio e la magia di un passato che si fonde con il presente.
Le porte
Gli oltre due chilometri di cinta muraria sono intervallati da cinque porte che non sono solo punti di accesso alla città, ma sono veri e propri guardiani della sua identità storica. Porta San Giovanni, posta sulla Via Francigena verso Siena, Porta San Matteo, sempre sulla Via Francigena ma rivolta verso il territorio pisano, Porta San Jacopo, Porta Quercecchio e Porta alle Fonti, sono i portali di entrata risalenti al XIII secolo che danno il benvenuto nella cosiddetta Manhattan del Medioevo.
La Rocca di Montestaffoli
Posta su un'altura che domina l'intera città, la Rocca di Montestaffoli è un'imponente fortezza che racconta la storia delle lotte medievali e della difesa del territorio. Costruita nel XIII secolo, la rocca fu un baluardo cruciale contro le invasioni nemiche e le lotte tra le potenti famiglie di San Gimignano. Le sue mura massicce e le torri panoramiche offrono una vista mozzafiato sulla campagna toscana circostante, trasportando i visitatori indietro nel tempo e permettendo loro di immaginare la vita militare di un'epoca passata.
Il Bastione di San Francesco
Una delle gemme architettoniche di San Gimignano è senza dubbio il Bastione di San Francesco. Questa struttura, risalente al XIV secolo, rappresenta un eccezionale esempio di architettura militare medievale. Situato ai margini del centro storico, il bastione fu costruito con lo scopo di rafforzare le difese della città. La sua imponenza e le mura spesse sono testimonianza delle dure sfide e minacce che San Gimignano affrontò nel corso della sua storia.
Fonti Medievali
Le fonti pubbliche medievali che arricchiscono il corredo storico di San Gimignano, testimoniano la vitalità e l'importanza dell'acqua in un'epoca in cui le risorse idriche erano essenziali per la sopravvivenza della comunità. Queste fonti, oltre al servizio di uso quotidiano che offrivano come quello del lavaggio dei panni, divennero spesso punti di ritrovo per la popolazione locale, luoghi in cui si scambiavano storie e notizie.
La Rocca di Montestaffoli, il Bastione di San Francesco e le Fonti Medievali di San Gimignano sono alcune delle testimonianze del passato glorioso della città turrita. Ogni pietra racconta una storia, ogni muro nasconde segreti e ogni fonte riflette la vitalità di una comunità che ha prosperato attraverso le sfide dei secoli. Esplorare questi luoghi significa immergersi in un viaggio attraverso il tempo, un'opportunità di connettersi con la ricca storia di San Gimignano e di apprezzare l'eredità che ha plasmato questa affascinante città medievale.
L'antica Via Francigena attraversa il territorio sangimignanese regalando ai pellegrini un'esperienza che coinvolge storia, paesaggi naturali e spiritualità. I camminatori moderni, seguendo le tracce dei loro predecessori medievali, possono attraversare i vigneti e gli uliveti che circondano la città, godendo delle stesse viste panoramiche che hanno incantato i pellegrini di allora. Intercettando anche gli affascinanti edifici religiosi presenti lungo il tracciato che solca i dintorni del borgo di San Gimignano.
Un luogo prodigioso: Santuario della Divina Provvidenza di Pancole
Luogo di pace e ottima occasione per fare pausa a metà percorso della tappa 31 Gambassi-San Gimignano della Francigena, il Santuario di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza di Pancole è anche un luogo prodigioso dove una leggenda legata a una pastorella vuole, presumibilmente a fine del 1400, che vi fosse stata ritrovata l'immagine della Vergine allattante il Bambino dipinta da Pier Francesco Fiorentino. Quasi completamente distrutto dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale, il santuario venne ricostruito e riconsacrato nel 1949.
Fede e silenzio tra i cipressi: Pieve dell’Assunta di Cèllole
Radici che affondano nell'XI secolo, architettura essenziale e solenne, una natura circostante che la avvolge di sacralità e silenzio, la Pieve dell’Assunta di Cèllole è una perla religiosa che si staglia sul sentiero inaspettatamente. La facciata risalente al 1200 si fa spazio tra i filari di cipressi e cela un impianto a tre navate ritmato da colonne e archi a tutto sesto e tracce di affreschi antichissimi. Segna la fine dell'itinerario sterrato della tappa 31 e l'imminente arrivo presso la Città delle Torri lungo una strada panoramica ma asfaltata.
Il monastero alle porte della città: Convento di Monte Oliveto
Lasciandosi alle spalle San Gimignano e approcciandosi alla tappa 32 che termina a Monteriggioni, il Convento di Monte Oliveto si mostra in tutta la sua austera imponenza emergendo tra vigneti ed uliveti circostanti. Conosciuto anche come Convento di Monte Oliveto Minore a Barbiano, fu fondato nel XIV secolo e offre un ambiente di pace e serenità, dove è possibile ammirare opere d'arte religiosa custodite tra le secolari mura, come l'affresco di Benozzo Gozzoli raffigurante la Crocifissione, ospitato nel chiostro quattrocentesco.
I suggestivi luoghi di culto della via Francigena arricchiscono l'itinerario anche nel centro storico di San Gimignano, varcata la porta del borgo si incontrano la Chiesa di San Francesco, scrigno d'arte che sorge in una piazzetta riservata e discreta fuori dalle rotte di flusso turistico, e la Collegiata, il duomo e cuore spirituale sangimignanese.